La birra fatta in casa: cos’é cambiato?

Negli ultimi anni il mondo della birra fatta in casa è stato rivoluzionato dall’arrivo di nuove tecniche e attrezzature alla portata di tutte le tasche. Il metodo del Brew In A Bag (BIAB) ha reso la vita del birraio casalingo molto più facile, specialmente a chi era abituato ad usare sistemi a tre tini. L’alta qualitá nei malti ha permesso la diffusione dell’ammostamento single step, ovvero ad una singola temperatura costante. Se prima era necessario avere un tino di ammostamento riscaldato e un ottimo controllo della temperatura, ora basta un borsa frigo e un grande mestolo!

L’arrivo sul mercato dei sistemi All-In-One (AiO) come lo Speidel Braumester o il Grainfather hanno reso gli impianti a tre tini quasi obsoleti, specialmente per chi produce intorno ai meno di 30 litri di mosto. La concorrenza non si è fatta aspettare e ormai i sistemi AiO sono talmente economici che la differenza con un impianto fai-da-te è praticamente trascurabile.

L’ultimo trend, molto popolare negli Stati Uniti, è la diffusione di attrezzatura in acciaio Inox. Se prima la damigiana di vetro comprata dal ferramenta era lo standard, i vantaggi dei fermentatori Inox, specialmente per quanto riguarda la sicurezza e la durabilità, sono alla portata di (quasi) tutti. Dai semplici brew-buckets con rubinetto ai piú costosi cilindro-conici fino ad arrivare agli Uni-tanks, di fermentatori in acciaio se ne trovano per tutte le tasche.

Non possiamo non citare i lieviti Kveik, diventati famosi anche grazie al lavoro di L. Garshol. I kveik permettono di fermentare il mosto anche a temperature alte senza produrre troppi esteri e rendere la birra imbevibile. Questi lieviti sono particolarmente adatti per chi non può controllare la temperatura di fermentazione.